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4 Novembre 2016
Via libera alla vendita del Novello ma stavolta… senza caldarroste

Via libera alla vendita e al consumo del vino novello Made in Italy, il primo ad essere consumato della vendemmia 2016. Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che l'avvio della commercializzazione con la riapertura nei negozi è stato disposto dal decreto del ministero delle Politiche agricole .
“Leggero, con bassa gradazione di circa 11 gradi e bouquet aromatico, il vino novello – spiega Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana e Arezzo - viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste, ma purtroppo, ironia della sorte, a mancare quest’autunno sono proprio le castagne, quindi abbinamento a rischio”.
“Il rischio – insiste Marcelli -  è di vedere sulla tavola degli aretini castagne che arrivano da molto lontano: Spagna, dal Portogallo, dall'Albania. A causarne la moria sono stati anche a volte gli attacchi del cinipide, un parassita cinese che fa seccare gli alberi ed ha provocato molti danni nei boschi”.
“Tornando al Novello, all’origine del calo della produzione di novello, peraltro di ottima qualità, anche in provincia di Arezzo – spiega a sua volta il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi  - oltre alle bizzarrie climatiche e meteorologiche di quest’anno, c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi, fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa rispetto a quelle tradizionali”.
“E poi – conclude Rossi - gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata”.
La produzione del vino novello in Italia – spiega infine Coldiretti - è iniziata verso la metà degli anni '70, dopo che in Francia, considerata la madre dei novelli, i vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale.

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