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15 Settembre 2017
SUGHI DI POMODORO E SUCCHI DI FRUTTA: SUBITO L’ETICHETTA DI ORIGINE

Sappiamo da dove vengono i succhi di frutta e le confetture che mangiamo? Ancora no! Ma l’84% degli italiani lo richiede, così come risulta l’esito della consultazione pubblica indetta dal Ministero delle Politiche Agricole. “L’importante lavoro per arrivare al più presto all’etichetta di origine su tutti i derivati del pomodoro va esteso a tutti i vegetali trasformati, dai succhi alle confetture – afferma il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli – occorre estendere anche ai prodotti derivati dal pomodoro l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle materie prime, come fatto con il latte, la pasta ed il riso, battaglie vinte e fortemente volute da Coldiretti”.
Ad oggi l’obbligo di etichettatura di origine è in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati che l’Italia ha importato dalla Cina nel 2016 per un totale di 91 milioni di chili, circa il 20% della produzione nazionale.
“Un fiume di pomodoro che – prosegue Marcelli – viene poi spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio”.
Il problema riguarda tutta l’ortofrutta trasformata che spesso arriva da Paesi lontani per essere lavorata in Italia e diventare magicamente Made in Italy senza alcuna indicazione per il consumatore.
Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve o le marmellate, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme sul codice doganale.
“Sono ancora molti i prodotti senza indicazione di origine in etichetta – spiega il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – salumi, carne di coniglio, carne trasformata, frutta e verdura trasformata, derivati del pomodoro, sughi e pane hanno ancora il bollino rosso creando un grande problema per le nostre aziende agricole che si occupano anche della trasformazione dei prodotti. Gli imprenditori agricoli risultano in questo modo – continua Rossi – vittime delle pratiche commerciali sleali lungo la filiera, occorre quindi estendere al più presto l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della frutta trasformata in conserve, succhi e dei sughi di pomodoro, per evitare che venga spacciata come Made in Italy e che danneggi le imprese oltre che la salute dei consumatori, andiamo avanti – conclude Rossi – nell’attività di tutela delle filiere Made in Italy e di valorizzazione del lavoro dei nostri produttori agricoli”.

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