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12 Maggio 2009
Giornata Nazionale degli allevamenti

Combattere la  moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola; smascherare il finto Made in Italy; sostenere il prodotto agricolo al “cento per cento italiano” senza trucchi.
Coldiretti, in occasione della  giornata nazionale degli allevamenti italiani, ha sollecitato la politica e le istituzioni toscane a intervenire per accelerare l’adozione di provvedimenti utili a garantire la trasparenza dell’agroalimentare nazionale e, con questa,  la sopravvivenza degli allevamenti, messi a rischio da regole ingannevoli, che favoriscono industria e grande distribuzione commerciale, ma che penalizzano le imprese agricole e i consumatori.
In un documento indirizzato al governatore Claudio Martini, all’assessore regionale alla sanità Enrico Rossi, ai prefetti, ai presidenti delle Province, agli assessori provinciali alla agricoltura e alla sanità e a tutti i sindaci toscani, Coldiretti chiede loro interventi decisi per combattere le “trappole autorizzate” ancora presenti sugli scaffali:
Introdurre l’obbligo dell’indicazione obbligatoria in etichetta di tutti i prodotti importati dall’estero: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altri. Qualora questo per legge non fosse possibile, introdurre l’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti lattiero-caseari italiani: formaggi, latte, mozzarella e altri.
Attivare procedure ad hoc per acquisire i dati di monitoraggio dei consistenti flussi di entrata di latte e di prodotti caseari, prevedendo una loro costante pubblicazione sui siti internet istituzionali.
Intensificare i controlli sanitari e sulla qualità dei flussi di latte e dei prodotti caseari che arrivano dall’estero.
L’iniziativa, insieme all’accorciamento della filiera, fa parte del  “piano spesa sicura” lanciato da Coldiretti per smascherare  gli inganni del finto Made in Italy, che oggi genera un business per industria e grande distribuzione commerciale, a danno dei consumatori, ignari del fatto che i 2/3 dei prodotti alimentari che arrivano sulle loro tavole non sono preparati con materie prime agricole provenienti dagli allevamenti o dai campi italiani; che due prosciutti su tre, venduti come italiani, provengono da carni di suini allevati all’estero; che quattro cartoni di latte a lunga conservazione su cinque  sono stranieri senza indicazione in etichetta; che oltre un terzo della pasta  è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia; che la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
Difendere la trasparenza  è anche  l’unico modo per salvaguardare l’agricoltura italiana e per dare valore al lavoro delle imprese agricole che, da sempre, garantiscono qualità, sicurezza e tutela dell’ambiente.

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