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2 Agosto 2016
“Diciamo basta alle scorrerie degli ungulati” grande manifestazione Coldiretti a Firenze

Solo dalla provincia di Arezzo è arrivata una grandissima rappresentanza degli agricoltori Coldiretti per partecipare alla protesta in Piazza Duomo, a Firenze, dove una marea gialla di agricoltori toscani, si è ritrovata per chiedere di risolvere una volta per tutte il problema della presenza fuori controllo di ungulati e predatori. Impressionante anche il corteo di trattori che è partito anche da Arezzo alla volta di Firenze che ha il lungarno Aldo Moro.
“A pochi giorni dalla recente, grande manifestazione di Roma per la questione del prezzo del grano all’origine, ribassato a livelli insostenibili – spiega il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi – la nostra mobilitazione a fianco degli agricoltori continua, e non potevamo certo mancare ad un evento come questo, visto che anche la nostra provincia, come non abbiamo mai smesso di segnalare a tutti i livelli, vede una gravissima situazione rispetto alle devastazioni quotidiane dei nostri campi da parte degli ungulati, in particolare i cinghiali, che mettono a rischio sia i raccolti che la permanenza delle imprese sul nostro territorio”.
A dare ancora più forza alla manifestazione è intervenuto direttamente il presidente di Coldiretti Nazionale Roberto Moncalvo, che ha voluto essere presente nell’epicentro turistico di Firenze, dove Coldiretti ha portato anche dei cinghiali sulla scia dello slogan “vogliamo venire a vivere qui…”. Nel giro di dieci anni i cinghiali sono raddoppiati di numero, superando a livello nazionale record di un milione e mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio.
“La Regione Toscana – ha spiegato  nel suo intervento Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo – deve rendersi conto che non è più solo ed esclusivamente una problematica del mondo agricolo ma di tutta la collettività. I cinghiali non divorano solo i nostri raccolti ed i lupi i nostri greggi: sono numericamente fuori controllo. Servono misure straordinarie subito per fermare evitare nuove tragedie: ci sono i danni persistenti alle coltivazioni preferite dai cinghiali e selvatici in generale come il mais, il grano, l’orzo ed altri cereali che rappresentano uno degli alimenti preferiti insieme ai frutti. Incalcolabile il danno alla biodiversità toscana”.
Stime prudenziali parlano ormai di oltre 230 mila cinghiali, 200 mila caprioli, 12 mila daini, 4 mila cervi, 3 mila mufloni, ma si tratta in realtà solo della punta di un iceberg poiché spesso gli incidenti di questo tipo non vengono neppure denunciati e tantomeno analizzati con statistiche specifiche.
Coldiretti, che ha presentato un documento all’assessore regionale all’agricoltura, Marco Remaschi contenente i punti che hanno scatenato lo stato di agitazione, è scesa ancora in piazza, quindi, per chiedere l’applicazione della legge obiettivo approvata dalla Regione Toscana e la conseguente riduzione del numero di ungulati che hanno ormai superato il mezzo milione. Coldiretti chiede anche l’istituzione di una commissione scientifica che, partendo da un attento studio della situazione toscana, possa individuare le possibili strategie e azioni di intervento.
“E’ fondamentale che le istituzioni dimostrino, con atti concreti, che esiste una piena presa di coscienza della gravità della situazione ed una precisa volontà di utilizzare tutti i possibili strumenti di intervento,  superando ogni incrostazione e complicazione di ordine burocratico ipotizzando, laddove necessario, anche modifiche dell’attuale legislazione. Nella vicenda ungulati – spiega ancora Marcelli, - esistono interessi particolari, che in questi anni si sono consolidati, ma le istituzioni, la politica e le associazioni di rappresentanza devono sostenere e realizzare una svolta, guardando all’interesse generale della comunità toscana. L’obiettivo dell’attività agricola e di allevamento è fare impresa producendo per i cittadini e non per animali selvatici e preda tori. Vogliamo riprenderci il territorio da cui ungulati e predatori ci stanno progressivamente sfrattando”.
Per Coldiretti quella degli animali selvatici in enorme sovrannumero è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne ma anche nelle aree periferiche delle città. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l'attività agricola, ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati.

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