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4 Maggio 2016
Coldiretti Arezzo: “La carne italiana è buona è fa bene no ad allarmismi infondati”

La carne italiana è buona, fa bene, e se scelta con consapevolezza intelligente non è assolutamente cara. Coldiretti ieri è scesa in campo a tutela del prodotto italiano a fianco degli allevatori e contro tutte le dannose e infondate demonizzazioni di un  prodotto di eccellenza: migliaia gli allevatori, i consumatori, i cuochi, i nutrizionisti e i gourmet sono scesi in piazza per la Giornata nazionale della Carne italiana proprio contro gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie.
Con un tempismo che è indice di una forte correlazione operativa, Coldiretti Arezzo ieri, con la IV tappa di  "Campagna Amica nel piatto va in tour", in collaborazione con l’Associazione cuochi di Arezzo, Ristorante Badia Ficarolo ha lavorato nella stessa direzione, presentando tra l’altro, nel corso della cena a Km zero, un piatto di carne bovina di valorizzazione dei tagli non pregiati, la guancia, secondo lo slogan vincente: “Noi ci mettiamo i prodotti, i ristoratori ci mettono l’arte, per creare una nuova esperienza a tavola”, il tutto per una promozione di una alimentazio ne corretta, per la piena valorizzazione delle imprese agricole del territorio e per la tutela della carne italiana, toscana, aretina.
Tutti insieme, quindi, a livello nazionale e sul territorio, per promuovere la carne italiana e, per quel che riguarda Arezzo, quella del territorio in particolare la Chianina, che, insieme a Limousine e le altre razze autoctone suonano la riscossa della carne. Dalle stalle toscane arriva, infatti, l’88% dei capi, che sono nati ed allevati nella regione leader del Made in Italy agroalimentare. Ciò nonostante, secondo Coldiretti,  il fenomeno delle importazioni dall’estero che rappresentano quasi 1/3 dei consumi ha portato, negli ultimi dieci anni, alla chiusura di quasi mille stalle, 90 all’anno con gravissimi effetti sull’economia, sull’occupazione e sulla sicurezza alimentare.
“Oggi – spiega Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana e Arezzo - proviene dall’estero il 40% della carne bovina consumata in Italia. Gli arrivi da Paesi comunitari e extracomunitari di carne a basso prezzo senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti dall’Italianità provoca la chiusura delle stalle, impoverisce le attività di trasformazione e distribuzione ad esse legate e fa venir meno il presidio ambientale e di legalità di interi territori, mettendo a rischio posti di lavoro in tutta la filiera della carne”.
Questa importante battaglia nasce dal fatto che “Quando una stalla, ad Arezzo, in Toscana, chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni - spiega ancora Marcelli: “Coldiretti rivendica l’importanza delle etichette, che obbligatoriamente devono indicare la provenienza della carne fresca per scegliere la filiera italiana della carne che crea occupazione, produce ricchezza e presidia il territorio delle nostre regioni, ma garantisce anche qualità e sicurezza alimentare grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa”.
La battaglia per la carne italiana è operativa  anche sui territorio e ha visto Arezzo protagonista ieri sera con l’iniziativa di grande successo e partecipazione tenuta presso uno degli agriturismo accreditato a Campagna Amica. Un momento fondamentale, anche con la presentazione delle ricette a cura dell’AgriChef Enrica Romani, padrona di casa, titolare dell’agriturismo Badia Ficarolo, e dei prodotti forniti per la cucina di altre due imprese aretine, di Antonio Iscaro in zona Civitella e della Fattoria Le Rocche di Capolona di Sara Guadagnoli.
“Nel corso della bellissima serata – spiega Mario Rossi, direttore di Coldiretti Arezzo – abbiamo valuto valorizzare al massimo i produttori di Campagna Amica e i prodotti stagionali, ma anche e soprattutto la carne chianina in un taglio non nobile, come la guancia: è infatti possibile risparmiare fino al 50% con l’acquisto di tagli alternativi meno conosciuti e più economici ma anche più adatti alla ricetta che si vuole portare in tavola, senza rinunciare alla qualità italiana”. Su questo punto Coldiretti lancia anche la nuova figura del Tutor della carne, che sarà operativo in tutte le regioni per aiutare a conoscerla, scegliere i pezzi più adatti in cucina, valorizzare le parti low cost e consigliare su dove fare acquisti di qualità direttamente dagli allevatori.
Con l’incontro di ieri sera, conclude Rossi, “oltre alla carne abbiano voluto pertare avanti un’altra tappa nella valorizzazione delle nostre imprese agricole, della cultura gastronomica contadina, che ha sapientemente custodito e tramandato di generazione in generazione arricchendo le tavole di tutti noi nel segno della qualità e della genuinità”.

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