Coldiretti Arezzo ha iniziato la sua battaglia per dire “NO al CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo economico e commerciale globale tra Unione Europea e Canada che, se verrà ratificato, produrrà delle ripercussioni negative sul mondo agricolo italiano.
Il CETA è un accordo a natura mista per la cui entrata in vigore è necessaria la ratifica da parte di ciascuno Stato membro secondo le rispettive disposizioni nazionali, in Italia è in corso di approvazione la legge di ratifica.
“Il CETA non riconosce nessuna delle DOP e delle IGP – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli - che rischiano così di finire nel gioco commerciale delle imitazioni e dei falsi prodotti Made in Italy - dobbiamo quindi investire per tutelare le nostre produzioni di eccellenza”.
L’accordo comporta l’annullamento di tutte quelle barriere che nel tempo sono state volute per evitare che sulle tavole arrivino prodotti meno controllati rispetto a quelli italiani.
“Il CETA non solo rischia di compromettere il valore aggiunto di buona parte delle produzioni a denominazione legate al territorio italiano, comprese quelle aretine – dice Marcelli - ma permetterà anche l’invasione di grano duro trattato con glifosato e l’entrata di ingenti quantitativi di carne a dazio zero”.
Il 15 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha dato il proprio consenso alla conclusione del CETA che si pone come obiettivi fondamentali: procedere alla progressiva liberalizzazione degli scambi assicurando alle merci dell’altra parte il trattamento disposto a livello nazionale; avviare un’attività di riduzione o soppressione reciproca dei dazi doganali sulle merci originarie dell’altra parte; assicurare l’astensione dall’adozione o dal mantenimento in vigore di divieti o restrizioni all’importazione merci dell’altra parte, o all’esportazione alla vendita per l’esportazione di merci destinate al territorio dell’altra parte.
“Ecco perché abbiamo scritto a tutti i sindaci dei comuni della provincia di Arezzo e al Presidente della Provincia che rappresentano il legame più forte con la comunità locale e con l’agricoltura - commenta il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi - chiedendo loro di supportarci in questa battaglia, al fine di evitare che tutte le conquiste ottenute a tutela della qualità e della sicurezza alimentare non vengano vanificate, assecondando soltanto gli interessi delle multinazionali”.
In realtà a fronte dei presunti benefici attesi, l’accordo introduce sostanzialmente un meccanismo di acritica deregolamentazione degli scambi e degli investimenti, che non giova alla causa del libero commercio e pregiudica in modo significativo la qualità, la competitività e l’identità del sistema agricolo nazionale.
“Coldiretti è impegnata, con una coalizione di altri portatori di interesse, in un’azione tesa ad informare e sensibilizzare il Governo ed i Parlamentari italiani – spiega Rossi - chiedendo loro di non votare a favore della ratifica dell’Accordo e di impedirne l’entrata in vigore in via provvisoria, nella direzione di ragioni di scambio improntate alla democrazia economica ed alla salvaguardia dei diritti dei consumatori e delle imprese”.
28 Giugno 2017
COLDIRETTI AREZZO: ACCORDO CETA? NO GRAZIE!