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5 Settembre 2013
BONIFICHE: TERRITORIO ARETINO A RISCHIO IDROGEOLOGICO INIZIA UNA NUOVA ERA PER LA GESTIONE DEL TERRITORIO

 “Finalmente chi vuole bene veramente al territorio – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Arezzo e Toscana – potrà affidarsi ad un sistema di gestione di bonifica razionale che ha nella trasparenza, nel coinvolgimento diretto dei cittadini, degli Enti locali  e delle imprese agricole, dell’efficienza e della sussidiarietà, elementi di profonda innovazione. Archiviamo senza ripensamenti un sistema superato per entrare in una fase nuova dove il ruolo del Consorzio di Bonifica è centrale ed esclusivo nella manutenzione corretta e tempestiva del territorio”.
In una regione dove il 98% dei comuni è a rischio idrogeologico l’era della nuova gestione dei Consorzi di bonifica segna un cambio di rotta netto ed evidente rispetto il passato. Lo sostiene Coldiretti Arezzo che ha voluto e sostenuto fortemente, a fianco della Coldiretti Toscana, la nuova legge regionale sulla bonifica che ha portato da 33 a 6 i comprensori di bonifica, e che vivrà, il 30 novembre, una storica chiamata al voto con oltre 1milione e 500 cittadini contribuenti. In tutta la regione Toscana sono ben 280 i comuni a rischio idrogeologico: Arezzo, ad esempio, registra il 97% delle municipalità considerate a rischio idrogeologico.
“Per questo occorre entrare in un’era nuova – commenta ancora Marcelli – all’interno del quale il riordino da una parte e l’omogeneità degli interventi con un sistema di semplificazione dall’altra, siano realmente uno strumento a disposizione della collettività e della difesa del territorio. Con il nuovo sistema le risorse prioritariamente saranno destinate alle opere di manutenzione”.
La riduzione del numero dei comprensori, che applica lo spirito della spending review, taglia da una parte e migliora la gestione delle risorse dall’altra, per garantire una manutenzione della rete idraulica in tutta la Toscana che sia adeguata, puntuale ed efficace. Tutto questo attraverso una suddivisione idrografica e non più amministrativa del territorio regionale.
Stop quindi alla confusione di competenze e al rimpallo di responsabilità, che aveva caratterizzato il precedente sistema di gestione che più volte aveva palesato grandissimi limiti e che vedeva più soggetti coinvolti nella gestione.
La rivoluzione dei Consorzi di Bonifica esalta infine il protagonismo delle imprese agricole che potranno essere direttamente coinvolte nella manutenzione, coniugando l’esperienza la conoscenza dei territori dove saranno chiamate ad intervenire.

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