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7 Marzo 2014
“Basta attacchi strumentali al Consorzio di Bonifica”

A leggere i media cittadini si intravede un mezzo miracolo, in una città litigiosa come questa sindaco, opposizione, parlamentari renziani e non, consiglieri regionali, perfino l’opposizione a Palazzo Cavallo, tutti uniti per un unico scopo e contro unico terribile nemico. Quale? Combattere forse la grave crisi che attanaglia le imprese del nostro territorio, la disoccupazione, i giovani senza lavoro, l’ordine pubblico, la carenza delle infrastrutture,  il degrado urbano? No, quelle sono bazzecole, il terribile nemico comune è nientedimeno che il Consorzio di Bonifica.
Ma come, direte voi, tutti contro la struttura che - a seguito di una legge nazionale recepita poi da una legge regionale, approvata all’unanimità proprio in Regione - ha il delicato e fondamentale compito di gestire il regime delle acque e la tutela del suolo in un territorio estremamente sensibile e soggetto a disastri quale quello della nostra provincia?
Allora deve essere per l’insostenibile peso della bolletta che il Consorzio invia annualmente ai possessori di case e appartamenti sul territorio di competenza, peraltro sulla base di un “Piano di Classifica” rispettoso della legge, oggetto di una delibera del Consiglio Provvisorio del Consorzio con la presenza attiva dei rappresentanti del Comune e della Provincia di Arezzo e con controllo finale di legittimità della Giunta Provinciale di Arezzo.
Ma non può essere neanche questo il motivo, visto che, per portare avanti un compito fondamentale per il bene del nostro territorio, il Consorzio di Bonifica chiede meno di 20 euro l’anno a famiglia (l’85% dei consorziati paga da 14 a 20 euro). Dieci volte  meno del canone Rai per una tutela decisiva del territorio.
Allora, come ha recentemente ventilato da qualche istituzione locale, sarà per l’uso poco chiaro dei fondi a disposizione da parte di chi gestisce il Consorzio. Ma anche questo non torna, il Consorzio ha sempre messo on line i conti e i lavori fatti nella massima trasparenza, senza elaborazioni o sintesi, consultabili in qualsiasi momento da chiunque. Semmai altri Enti pubblici dovrebbero seguirne l’esempio. Le cifre che sono state snocciolate sono inesatte, visto che il Consorzio, in quanto struttura pubblica, non può che spendere ciò che incassa realmente. Non ci sono quindi spazi per attacchi che non siano pretestuosi neanche su questo fronte.
Allora, questa clamorosa levata di scudi contro il Consorzio di Bonifica da cosa nasce? Il sospetto è che un apparato politico che stenta a rinnovarsi voglia impadronirsi di risorse che la legge ha destinato ad un ben preciso bene pubblico e che quindi tali devono restare. E’ forse il modello basato sulla vera sussidiarietà e la gestione diretta dei cittadini che sta dando tanto fastidio ad Arezzo?

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