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6 Luglio 2016
Ancora devastanti scorrerie di ungulati nella campagne aretine

“Ogni giorno, sì ogni giorno, riceviamo almeno una telefonata di un nostro agricoltore disperato per la drammatica presenza di cinghiali nella zona che danneggiano colture oltre a provocare molti incidenti nelle strade: occorre muoversi in fretta con modalità diverse dal passato attraverso le quali si guardi al risarcimento ma soprattutto ad un contenimento dei capi”.
Sono parole del direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi, “in un momento difficile per la nostra agricoltura, che ha visto anche il precipitare dei prezzi all’origine in particolare per il grano, con conseguenze gravissime visto che il prezzo è più basso dei costi sostenuti in campo”.
Ma intanto si  ripetono e moltiplicano, purtroppo, le segnalazioni di danni nei campi e nelle colture da parte dei cinghiali. “Coldiretti - insiste Rossi - evidenzia lo stato di esasperazione del mondo agricolo e non solo, di fronte ad una errata gestione della fauna selvatica, che ha determinato un vero e proprio squilibrio dell’ecosistema regionale”.  
“Noi chiediamo a tutti i livelli istituzionali – spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo -  che si possano rendere veramente efficaci gli interventi: oltre ad una diversa delimitazione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e di altri ungulati”.   
Coldiretti chiede, infatti, la modifica delle procedure per l’attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica e del cinghiale: “Questi atti vanno rimodulati - spiega ancora Marcelli  -  per evitare complessità burocratiche che, di fatto, vanificano l’efficacia dei controlli, con conseguente esponenziale incremento dei danni. Come Coldiretti siamo subito disponibili a contribuire ad una rimodulazione delle delibere, perché così non possono funzionare”.
“L’attivazione tempestiva degli interventi di controllo non può neanche essere condizionata da pastoie burocratiche, - conclude Marcelli -  ad oggi registriamo che sono numerosissime le richieste di intervento presentate dalle imprese agricole e ancora inevase, giacenti presso gli uffici territoriali della Regione”.

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