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30 Agosto 2016
Allarme lupi: nuova strage di pecore più di 20 sbranate in una settimana

Ancora un’alba di sangue per le pecore. siamo a Terranova Bracciolini, Arezzo. Qui, solo nell’ultima settimana, l’allevatore Egidio Marcia ne ha avute sbranate 20, più ne mancano altrettante all’appello da maggio: “Non è possibile ogni mattina alzarsi con l’incubo della conta delle carcasse -  dichiara – non solo, rischio di perdere almeno altri 10-15 animali che sono dispersi”.
Per tre volte, nell’ultima settimana, Edigio Marcìa ha trovato il suo gregge in un  lago di sangue, e i capi che mancano sono stati trascinati nel bosco dal branco di lupi che ha attaccato ancora una volta il suo ovile.  “Non ne possiamo più – spiega ancora –..se continua cosi vado via..non è possibile che io e i miei colleghi agricoltori della zona che hanno le stesse difficoltà, invece di produrre per i cittadini consumatori finiamo per lavorare per sfamare gli animali selvatici, ora basta davvero. O si cambia o noi ce ne andremo”.
Situazione davvero drammatica spiega il segretario di zona Coldiretti, Alberto Fattorini perché oltre al gravissimo danno per la perdita degli animali e del latte, c’è anche la beffa doppia: l’agricoltore deve pagare la tassa per lo smaltimento delle carcasse, non solo, ma al momento non può aspettarsi neanche il risarcimento del danno, visto che la Regione Toscana non interviene più con gli indennizzi diretti.
“Dopo la grande manifestazione di Coldiretti del 2 agosto, che ha visto una grande partecipazione anche di imprenditori aretini, sottolinea Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo - dobbiamo mantenere alto il livello di attenzione su queste problematiche che, purtroppo, creano disagi enormi al settore. “Quello dei lupi, insieme al problema degli ungulati e dei predatori, sta diventando un problema che danneggia sempre più il comparto della zootecnia in tutto il centro Italia e nella zona dell’aretino. La presenza di lupi e fauna selvatica – continua Marcelli – sono una delle cause alla base dello spopolamento dei presidi agricoli in montagna e non solo, che stanno rendendo vani tutti gli sforzi e gli investimenti delle aziende agricole”.
“L’iniziativa del 2 agosto - spiega Marcelli  - è stato il primo passo di una mobilitazione che, come Coldiretti, manteniamo attiva a tutela di imprese agricole e cittadini: su questi temi la regione Toscana deve comunque individuare azioni volte a tutelare il lavoro delle imprese, al di là dell’attuazione del piano lupo a livello ministeriale”. 
Coldiretti Arezzo “vuole quindi continuare - insiste Marcelli -  a lavorare per un riequilibrio ambientale e faunistico e lo sta facendo con incontri, manifestazioni, iniziative continue a fianco degli agricoltori danneggiati, e la mobilitazione non si fermerà fino a quando non avremo le giuste risposte a tutela dei nostri imprenditori e del lavoro in campagna”.
Il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi spiega  che “siamo di fronte ad una vera e propria emergenza: in dieci anni il numero di predatori ha assunto una dimensione insostenibile per la salvaguardia del reddito di chi lavora in campagna e della sicurezza”. Lanciamo quindi un grido di allarme fortissimo - conclude Rossi – e continuiamo a sollecitare la necessità di stabilire una legislazione che garantisca l’esercizio della zootecnia nel rispetto del lavoro degli agricoltori associati. Per gli effetti dello squilibro numerico dei lupi, gli equilibri faunistici si sono rotti e questo costituisce un forte incentivo per le aziende ad abbandonare la campagna o peggio ancora la montagna dove le buone pratiche di  zootecnia sono irrinunciabili per il presidio idrogeologico dei versanti: di fatto le popolazioni di fauna selvatica, ed in particolare dei lupi, non sono più compatibili con lo svolgimento delle attività zootecniche”. 
  
 

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