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18 Aprile 2018
VINITALY A 360°

Vinitaly non e stata solo una manifestazione di successo, ma ha rappresentato anche l’occasione per raccontare il vino italiano e combattere l’Italian sounding, la contraffazione delle etichette straniere, ma soprattutto ha rappresentato anche l’opportunità per rilanciare un territorio e la sua cultura.
Sono tantissime le aziende aretine presenti al Vinitaly, quello del vino è infatti un settore centrale dell’economia aretina perché rappresenta una delle filiere eccezionali che il territorio “mette a frutto” portando numeri significati di vendite, turismo legato al settore e tutto l’indotto che è capace di creare.
Tra i dati che ci hanno fatto riflettere ci sono quelli legati alla “svolta green nel bicchiere” dove mai così tanto vino biologico è stato versato dagli italiani con un balzo record del 45% nelle vendite del 2017 rispetto all’anno precedente, per un totale di 3,84 milioni di litri venduti nella grande distribuzione a livello nazionale. “Il tasso di crescita in valore delle vendite per il vino biologico nel 2017 è stato superiore di venti volte quello della media del settore a dimostrazione che la ricerca della naturalità – sottolinea il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli – è la nuova tendenza in espansione sul mercato del vino in Italia e all’estero, con il vino biologico Made in Italy che è infatti anche un fattore chiave di successo per le esportazioni soprattutto in mercati “maturi” come la Germania. Le vigne Made in Italy al “naturale” sono raddoppiate negli ultimi cinque anni con Sicilia Puglia e Toscana che – continua Marcelli – salgono nell’ordine sul podio delle Regioni con maggiore superficie biologica a vigneto e rappresentano insieme i 2/3 del totale nazionale.
Vinitaly è stata anche curiosità e in questi giorni di fiera, all’interno dello standi di Coldiretti, sono state presentate alcune del curiosità del vino 2.0: dal ritorno della pigiatura con i piedi alle oche che concimano il vigneto fino al vino ottenuto da uve “ammuffite” o quello vinificato in antiche anfore dell’isola di Creta, ma ci sono anche le bottiglie gioiello con cristalli e oro e quelle hi-tech che consentono di ricostruire con lo smartphone la storia e le caratteristiche del vino.
“L’innovazione nella tradizione è l’elemento che caratterizza l’edizione di quest’anno anche con esperienze creative che puntano alla distintività” ha spiegato il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi nel sottolineare che “a spingere il cambiamento è la crescente richiesta di naturalità della produzione”.
E sempre allo stand Coldiretti sono stati presentati alcuni dei trucchi consentiti all’estero e smascherati dall’Associazione rispetto alle “fake” nelle bottiglie straniere. Si tratta di pratiche che in Italia sarebbero punite anche come reato di frode ma che all’estero sono invece permesse con evidente contraddizione favorita dall’estensione della produzione a territori non sempre vocati e senza una radicata cultura enologica che con la globalizzazione degli scambi colpisce direttamente anche i consumatori di Paesi con una storia del vino millenaria.
Lo zuccheraggio del vino è ad esempio permesso nell’Unione Europea ad eccezione di Italia Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e in alcune aree della Francia che rappresentano però circa l’80% della produzione comunitaria. “Occorre smascherare in etichetta l’inganno dell’aggiunta di zucchero al vino che l’Unione Europea consente ai Paesi del centro e nord Europa cogliendo l’occasione della revisione delle norme” ha affermato il Direttore Rossi nel sottolineare che si tratta di “un danno per i produttori e un inganno per i consumatori che non possono fare scelte consapevoli”. Negli Stati Uniti, invece al contrario – riferisce la Coldiretti – è addirittura consentita l’aggiunta di acqua al mosto per diminuire la percentuale di zuccheri secondo una pratica considerata una vera e propria adulterazione in Italia. Miscele di vini da tavola bianchi e rossi per produrre un “finto rosè” vietate in Europa sono possibili invece in Nuova Zelanda e in Australia. “L’Unione Europea però – continua Rossi – ha dato il via libera al vino senza uva con l’autorizzazione alla produzione e commercializzazioni di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes molto diffusi nei Paesi dell’Est”.
“V” come vino ma anche come vino “vip”, infatti sempre nello stand di Coldiretti è stato presentato durante la kermesse, il numero crescenti di personaggi famosi che investono nel mondo del vino.
“Dagli attori ai cantanti, dai politici ai giornalisti, dagli sportivi ai grandi imprenditori è corsa ai vigneti – precisa il Presidenre Marcelli - con un numero crescente di Vip che investe nel mondo del vino per l’opportunità di stare a contatto con la natura, esprimere creatività, confrontarsi con nuovi stimoli e garantirsi in generale una più elevata qualità della vita, tanti personaggi che hanno realizzato un sogno. Anche dalla nostra provincia – si avvia a concludere Marcelli – due nomi ben noti come quello di Ferruccio Ferragamo de “Il Borro” e l’ex calciatore Alessandro Gamberini della Società Agricola San Leolino, anche loro hanno saputo rilanciare vigneti autoctoni e produzioni locali, riscoprendo profumi e sapori ed esplorando nuovi mercati e diventando loro stessi ambasciatori del Made in Italy nei calici e a tavola”.
Ma durante la rassegna internazionale si sono denunciate anche le conseguenze derivanti dall’abrogazione dei voucher che hanno comportato la perdita di almeno 25 mila posti di lavoro tra le vigne per giovani e pensionati durante l’ultima vendemmia. E’ la Coldiretti, infatti, a tracciare al Vinitaly il primo bilancio sugli effetti della nuova disciplina introdotta dall’art. 54-bis del decreto legge n.50/2017 per sostituire lo strumento del voucher ma che di fatto è stata un vero flop in agricoltura.
In un anno particolarmente duro sul piano occupazionale per effetto di un raccolto ai minimi storici, la Coldiretti stima che nell’ultima vendemmia, l’utilizzo dei nuovi voucher sia risultata pari ad un valore inferiore al 2% di quello fatto registrare nell’anno precedente.

Ufficio Stampa Coldiretti Arezzo - Linda Mencaroni  - Tel. 0575399500 - e-mail: linda.mencaroni@coldiretti.it

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