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8 Luglio 2016
Via al rilancio dell’agricoltura aretina nel segno forte dell’innovazione

“Semplificazione, tutela del reddito, ricambio generazionale e organizzazione sono i quattro assi sui quali possiamo costruire il futuro della nostra agricoltura, anche grazie alla previsione, per la prima volta, di un innovativa legittimazione del ruolo di rappresentanza delle organizzazioni agricole nei confronti delle industrie che non rispettano le leggi o i contratti”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, Tulio Marcelli rilanciando quanto dichiarato dal presidente nazionale Roberto Moncalvo, dopo l’esito positivo della votazione del provvedimento in Senato, già approvato alla Camera, che ha dato il sì definitivo per il Collegato Agricolo.

“Una misura importante, anche per il mondo agricolo aretino, in una situazione difficile di mercato con i prezzi riconosciuti a coltivatori ed allevatori scesi al di sotto dei costi di produzione - sottolinea ancora Marcelli - anche per alcune scelte irresponsabili di una parte dell’industria”.“Semplificazione, innovazione e ricambio generazionale rappresentano quindi importanti obiettivi fissati dal provvedimento che – insiste Marcelli - prevede anche interventi settoriali di particolare rilievo tra cui la delega al Governo per favorire il ricambio generazionale”. Un ricambio che in Toscana sta già mostrando i primi risultati se si considera che sulle circa 72 mila imprese agricole, le 6600 condotte da giovani (età fra i 20 e i 40 anni), pur rappresentando il 9% producono un valore pari al 16,2 % di quello della produzione totale.Il collegato è una sorta di Omnibus agricolo, in cui è prevista tra l’altro la riduzione da 180 a 60 giorni dei tempi per aprire un’azienda agricola, l’eliminazione del fascicolo aziendale per i piccoli produttori di olio ma anche la delega al governo per favorire il ricambio generazionale, misure per l’innovazione trasversali e interventi mirati allo sviluppo di singole filiere.“La nuova norma  - spiega Mario Rossi, direttore di Coldiretti Arezzo - ci dà quindi  più armi nella battaglia per la nuova agricoltura: bene ad esempio l’attenzione a filiere come quella del pomodoro che ha avuto vita non facile ultimamente nella nostra Valdichiana, ma anche all’innovazione nel biologico e alla definizione per la prima volta della birra artigianale”.“In questo ambito – conclude il direttore Rossi -  possiamo sviluppare un interessante lavoro che coinvolge tanti giovani produttori e coglieremo tutti gli spazi a disposizione anche per rinnovare gli strumenti di gestione delle crisi, che sono uno dei punti più delicati per difendere il reddito dei nostri agricoltori”.

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