“Nelle campagne la situazione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili. Le speculazioni sul commercio delle materie prime agricole hanno provocato un picco negativo dei prezzi del grano fino ai livelli di 30 anni fa”.
E’ questo il grido d’allarme che arriva dalle campagne aretine, attraverso le parole di Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, campagne già vessate dal clima impazzito e dalle scorrerie degli ungulati.
“La produzione di grano aretino è in ginocchio – commenta ancora Marcelli – e se non si mettono in campo strategie di sostegno rischia di scomparire. Con le quotazioni 2016, che vedono grano duro di poco sotto i 20 euro al quintale e il tenero attorno ai 15 euro al quintale, i nostri agricoltori sono tagliati fuori dal mercato perché producono con costi più alti. Siamo di fronte ad un disperato grido dall’allarme che arriva quotidianamente dai nostri imprenditori, e che noi, come Coldiretti, seguiamo con grandissima attenzione e preoccupazione, un vero e proprio allarme rosso che registriamo soprattutto nelle aree a più alta vocazione cerealicola come una buona parte della Valdichiana”.
Calo fortissimo, quindi, dei prezzi nelle campagne, con segno meno che arriva al 26 per cento per il grano duro rispetto allo scorso anno. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a giugno, sulla base delle rilevazioni Ismea alla produzione agricola.
Di questo il consumatore finale non ha percezione, anzi: nel carrello della spesa i prezzi degli alimentari e delle bevande per i consumatori sono addirittura aumentati dello 0,2 per cento, mentre crollano invece i prezzi nelle campagne, con il -26% per il grano duro, “valori – spiega il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi - che non coprono i costi di produzione e rischiano di spingere alla chiusura delle aziende”.
“Va anche tenuto presente che la nostra produzione di cereali - conclude Rossi - oltre ad essere significativa in termini generali è anche di qualità elevata, per questo occorre una forte iniziativa di filiera che sia di raccordo fra tutti i soggetti del comparto in modo da stringere accordi che consentano di garantire i produttori dalle turbolenze dei mercati”.