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18 Ottobre 2016
Allarme Coldiretti: la deflazione ha effetti devastanti nelle campagne

Allarme Coldiretti: la deflazione ha effetti devastanti nelle campagne dove le quotazioni rispetto allo scorso anno sono crollate: dal -42% per il grano duro al -30% per l’olio di oliva fino al -15% per le uova. È quanto emerge da una analisi sull'andamento dell’inflazione che per la prima volta dal lontano 1959 potrebbe registrare una variazione dei prezzi negativa secondo la Cgia di Mestre.
Se mediamente sullo scaffale i prezzi degli alimentari e delle bevande per i consumatori sono addirittura aumentati dello 0,2%, nelle campagne - sottolinea Coldiretti - la situazione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili.
“Le colpe principali sono da riscontrare –  spiega il presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, Tulio Marcelli – nelle speculazioni sul commercio delle materie prime agricole -che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano su livelli di 30 anni fa e mettono a rischio il futuro della coltivazione anche sui nostri territori: oggi gli agricoltori devono vendere 5 chili di grano per permettersi un caffè ma ne servono ben 15 chili per acquistare una pagnotta di pane da un chilo con un ricarico del 1450%”.
“Ecco perché Coldiretti  - spiega ancora Marcelli - si sta battendo con forza, invece, per la piena valorizzazione dei prodotti sani e di altissima qualità del territorio, che arriva ad un prodotto riconoscibile e sicuro come sono quelli della nostra agricoltura, che hanno tutte le caratteristiche per stare in pienamente sul mercato, in questo modo stringendo anche sempre più il nodo tra salute e cibo, tra città e campagna. A rischio – conclude Marcelli -  è il futuro di prodotti simbolo del Made in Italy ma anche un sistema produttivo sostenibile che garantisce reddito e lavoro a centinaia di migliaia di famiglie e difende il territorio nazionale dal degrado e dalla desertificazione”.
​Di fatto, allo stato attuale,  la ripresa dell’industria non arriva nei campi, dove si registra deflazione con quotazioni con un calo complessivo del 9% a settembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
“Una situazione – spiega il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi – che mette in difficoltà anche il mondo agricolo aretino, che lavora sulla valorizzazione della grande qualità dei suoi prodotti: dal grano della Valdichiana agli olivi sparsi ma non solo, ci sono anche vere e proprie eccellenze legate alla produzione delle uova soprattutto in Casentino”.
“Proprio per questo noi come Coldiretti Arezzo – insiste Rossi - stiamo partecipando con grande vigore a tutte le iniziative di mobilitazione che Coldiretti sta mettendo in campo contro le speculazioni internazionali sui prezzi all’origine delle materie prime agricole e per l’etichettatura di tutto ciò che di buono garantito e sano viene prodotto dai nostri imprenditori nelle nostre campagne, provocando il crollo dei prezzi del grano su livelli di 30 anni fa e mettono a rischio il futuro della coltivazione in Italia”. 

 

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