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27 Aprile 2015
Pranzo di Pasqua garantito tutto italiano

Un pranzo di Pasqua garantito tutto italiano: “Un risultato storico frutto della lunga battaglia Coldiretti. Finalmente si è fatta chiarezza sulla provenienza delle carni dando gli strumenti ai consumatori di poter scegliere e sapere cosa stanno comprando e allo stesso tempo tutelando i nostri produttori, che spesso vedono vanificato il proprio lavoro proprio negli scaffali dei supermercati. In questo modo anche gli aretini saranno certi di portare a casa un prodotto al 100 per 100 tricolore”. Così il presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, Tulio Marcelli, plaude all'introduzione dell'etichettatura che da domani, mercoledì 1 aprile, scatterà per alcune tipologie di carni fresche.

“Non sarà più anonima – spiega infatti  Marcelli - la provenienza della carne fresca di maiale, di agnello e capretto,  grazie all'entrata in vigore, anche in Italia, del nuovo Regolamento europeo che impone l'indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili”.

Dalla norma restano escluse per ora le carni di coniglio, di cavallo ma anche quelle di maiale trasformate in salumi. “Una carenza che secondo Coldiretti va colmata al più presto - sottolinea  ancora Marcelli - anche perché, ad esempio per i salumi, il territorio aretino vanta prodotti tipici di altissima qualità che dobbiamo tutelare al massimo: in Italia purtroppo due prosciutti su tre sono ancora fatti con maiali stranieri”.

“Adesso sulle etichette di questi nostri prodotti di eccellenza, oggetto della quotidiana fatica dei nostri produttori che realizzano importanti eccellenze sui nostri territori – spiega a sua volta il direttore della Coldiretti Arezzo, Mario Rossi - gli aretini troveranno la scritta 'origine Italia’: il tutto è frutto di percorso che Coldiretti ha iniziato circa 15 anni, fa partendo dall'obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotta sotto la spinta dell'emergenza mucca pazza”. 

 

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