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7 Aprile 2014
Coldiretti: basta finanziamenti alla “casta” dei finti agricoltori

“Una casta di intoccabili che rappresenta appena lo 0,2 per cento degli interessati dagli interventi di politica agricola riceve ben il 15 per cento delle risorse destinate all’agricoltura”. Durissimo attacco di Coldiretti contro “i grandi gruppi industriali, assicurativi e bancari, ma anche enti di diversa natura, che non vivono certo di agricoltura sono l’elite intoccabile dei primi tremila beneficiari di contributi che ricevono un importo di oltre mezzo miliardo di euro mentre si chiedono sacrifici a tutti gli italiani a partire dagli agricoltori”.
La denuncia arriva dal presidente di Coldiretti Arezzo e Toscana, Tulio Marcelli, che rilancia con forza sul territorio la netta presa di posizione del presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo in  riferimento alle scelte che stanno per essere fatte a livello nazionale nell’attuazione della riforma della politica agricola comune per il periodo 2014-2020.
Siamo di fronte, insiste Marcelli ad “una rendita fondiaria e finanziaria che, senza un deciso cambiamento nella programmazione nazionale, rischia di essere mantenuta per i prossimi sette anni: molti di questi soggetti non contribuiscono alla previdenza agricola mentre altri nelle pieghe dell’attuale legislazione hanno creato società Spa ed Srl ad hoc per avere agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni agricoli e anche sulle bioenergie facendo così - continua la Coldiretti - concorrenza sleale al reddito e all’attività dei veri agricoltori”.
“Ci auguriamo che in questo momento difficile per il Paese nessuno abbia la follia di mantenere questi insostenibili privilegi e ci si impegni invece per concentrare le poche risorse disponibili ai chi vive e lavora in agricoltura per il ruolo ambientale, economico e sociale che svolge per il Paese” conclude il presidente Coldiretti: “La lotta a tutte le rendite sembra finalmente rientrata nell’agenda della buona politica e di questo la Coldiretti se ne compiace perché sono necessarie grandi discontinuità sui temi della giustizia e dell’equità sociale per troppo tempo negati dalla malapolitica”.

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