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24 Luglio 2012
MOBILITAZIONE COLDIRETTI IN DIFESA DELL’OLIO MADE IN AREZZO

Dichiarazione evidente dell’origine in etichetta, che renda immediatamente riconoscibile il prodotto italiano e toscano, divieto di utilizzo di marchi capaci di evocare radici territoriali inesistenti e possibilità di verificare il prodotto anche con analisi sensoriali e non solo chimiche. Queste le risposte che la Coldiretti chiede con forza in risposta alla frode, al taroccamento, alla contraffazione e sofisticazione dell’olio extravergine toscano. Dopo quello sequestrato nel senese, dopo il blitz nei confronti del gruppo caseario Mandara, che ha stroncato la truffa internazionale delle mozzarelle, fino ai clamorosi casi che hanno coinvolto gruppi molto importanti come Carapelli - sospetta frode alimentare - per non parlare dell’auto-gol Simest, gli agricoltori della Coldiretti dicono basta.
Oggi, di fronte al Consiglio Regionale, oltre centocinquanta agricoltori aretini, arrivati con tre pullman, insieme ai colleghi delle altre provincie toscane per un totale di quasi millecinquecento coltivatori, si sono uniti in un presidio per chiedere etichette trasparenti, divieto di utilizzo di marchi ingannevoli e più controlli: “vogliamo dare il sostegno alla proposta di legge salva olio Made in Italy - spiega le motivazioni del presidio Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - che attualmente è in discussione al Senato”. Da tutte le province toscane, quindi, una foltissima schiera di agricoltori a Firenze, non per protestare ma per chiedere il sostegno del Consiglio Regionale. “Gli agricoltori aretini chiedono – spiega a sua volta il direttore di Coldiretti Arezzo, Giampiero Marotta - dichiarazione evidente dell’origine in etichetta, divieto di utilizzo di marchi capaci di evocare radici territoriali inesistenti, possibilità di verificare il prodotto anche con analisi sensoriali e non solo chimiche”.
“La legge salva olio – conclude poi Marcelli – è il punto da cui partire. Abbiamo bisogno di etichette trasparenti e chiare che rendono immediatamente riconoscibile il prodotto italiano e toscano: la nostra prima azione è quindi presidiare pacificamente il Consiglio Regionale”. Un presidio appunto colorito e pacifico, in stile Coldiretti, per difendere anche quel primato che la Toscana si è meritata con le sue 465 prodotti tradizionali, prima in Italia e al mondo per quantità, qualità, tipicità, legame col territorio, paesaggio unico e distintivo.
 

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