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24 Ottobre 2017
ORIGINE DEL POMODORO: ITALIA!

Origine del pomodoro ItaliaDiciamo basta al pomodoro straniero! Tutti i prodotti derivati, come salse, concentrati e passate dovranno indicare obbligatoriamente l'origine del prodotto, cioè dove il pomodoro è stato coltivato e dove è stato trasformato.

La norma è entrata in vigore con la firma del decreto interministeriale dei ministri delle politiche Agricole e dello Sviluppo Economico Maurizio Martina e Carlo Calenda, annunciata nei giorni scorsi dal ministro Martina durante il Forum Coldiretti di Cernobbio.

“I provvedimenti introducono la sperimentazione per due anni, come già previsto per i prodotti lattiero caseari, pasta e riso – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli - un nuovo passo importante verso l'informazione più completa ai consumatori: etichette trasparenti non solo per passata ma anche per pelati, polpe, sughi e concentrati.

L’annuncio da parte del ministro dell’emanazione del decreto per l’etichetta d’origine per i derivati del pomodoro – continua Marcelli - è un altro pezzo di un puzzle che va a costruire e tutelare l’immagine del Made in Italy e che come associazione abbiamo fortemente sollecitato e voluto”.

L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Da aprile è in vigore l’etichettatura d’origine per latte e derivati, mentre il prossimo passo è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine per il riso e il grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta.

“Adesso resta ancora da etichettare con l’indicazione dell’origine 1/4 della spesa alimentare degli italiani dai salumi ai succhi di frutta, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio – incalza il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi - ad oggi l’obbligo di etichettatura di origine è in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati che l’Italia ha importato dalla Cina nel 2016 per un totale di 92 milioni di chili che riportato al fresco significa attorno il 20% della produzione nazionale”.

Un fiume di pomodoro viene infatti spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio.

“Un patrimonio che va salvaguardato – afferma Rossi - garantendo il rispetto dei tempi di contrattazione per consentire un’adeguata pianificazione ed una giusta remunerazione agli agricoltori aretini, evitando moltiplicazioni del prezzo dal campo alla tavola, per offrire qualità elevata dell'agroalimentare a prezzi equi specialmente della Valdichiana, area vocata alla coltivazione di pomodoro che negli anni ha visto diminuire le coltivazioni in maniera considerevole”.

Il decreto prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovrebbero avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato; b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

 

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